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STANGATA DEL FISCO SUGLI STABILIMENTI BALNEARI. OPERAZIONE ANTI-EVASIONE: UN MILIONE DI EURO NON DICHIARATI SUL LITORALE

STANGATA DEL FISCO SUGLI STABILIMENTI BALNEARI. OPERAZIONE ANTI-EVASIONE: UN MILIONE DI EURO NON DICHIARATI SUL LITORALE
Operazione anti-evasione in corso. Nel mirino dell'Agenzia delle Entrate - Direzione Provinciale II di Roma - i litorali di Anzio, Nettuno, ma anche di Ostia, Fiumicino e Fregene, con le spiagge affollate dai turisti d'agosto.
Dai ricavi sembra infatti che le presenze siano aumentate anche se lo stesso non risulta dai redditi dichiarati. Dunque maggiori ricavi per oltre 1 milione di euro, reddito medio rilevato pari a 86 mila euro a fronte però dei circa 18 mila dichiarati.
Sono dieci nel complesso le verifiche già concluse e che hanno messo in evidenza l?occultamento di maggiori ricavi pari a oltre il 45% di quelli dichiarati. Ma non finisce qui perchè ci sono in corso alltre 44 verifiche il cui obiettivo principale è quello di rilevare il reale volume d?affari degli stabilimenti balneari, facendo emergere eventuali discordanze con quanto dichiarato al fisco.
L?indagine che sta impegnando i funzionari dell?Agenzia per tutta l?estate è partita da un'attività di intelligence basata sullo studio dei dati disponibili nei sistemi informatici interni, sulle informazioni acquisite dai comuni costieri interessati e sui parametri che permettono di identificare l'evasione - come i famigerati quanto spesso sbagliati 'studi di settore'. Sono così al vaglio alcuni dati come il numero di ombrelloni e delle cabine, oltre le attività accessorie agli stabilimenti come ristorazione e bar.
E nella batosta del fisco non sono mancate pesanti multe per la presenza di manodopera non in regola. Intanto il Sindacato italiano balneari (Sib) di Anzio e Nettuno, dopo il blitz anti-evasione, è sul piede di guerra ed invierà all' Agenzia delle Entrate un documento firmato da tutti i gestori delle spiagge delle due città, per chiedere che nelle valutazioni per il nuovo studio di settore si tenga conto di una serie dei parametri, che i balneari indicheranno nel testo. Come il fatto che il numero degli ombrelloni montati in spiaggia non corrisponde sempre a quelli prenotati o affittati. E' lo stesso sindacato a proteggere i gestori che rifiutano l'etichetta di 'evasori fiscali' e si chiedono in che modo, nel giro di pochi giorni, l'Agenzia delle entrate abbia affermato che sul litorale laziale l'evasione di settore sia al 50%.
"Agenzia delle entrate ed Ispettorato del lavoro negli ultimi giorni hanno monitorato tutti gli stabilimenti balneari - sottolinea Daniela Di Renzoni, rappresentante Sib di Anzio e Nettuno - ma si è tratto di accertamenti e tutti noi abbiamo un appuntamento individuale nei prossimi giorni per portare nei loro uffici la documentazione. Come fanno a parlare già di evasione? Mi sembra strano anche siano stati trovati dipendenti non in regola - prosegue - magari hanno trovato qualche figlio, figlia o parente corso a dare una mano in un momento di emergenza. Per loro anche un figlio che ti viene ad aiutare in un momento di punta è un dipendente non in regola e uno scontrino per un caffè non battuto in un momento di caos nel bar della spiaggia è un'evasione fiscale". E' questo in realtà il grande limite del fisco, un dato in realtà riscontrato da tutti i commercianti, quando la legge spesso si scontra con la vita quotidiana. Di certo è che - in questo momento di grave crisi economica italiana- lo Stato è sul piede di guerra per cercare di fare cassa, bastonando spesso il piccolo lavoratore visto che il grande evasore - quello vero - è una preda molto ma molto più difficile.
Dai ricavi sembra infatti che le presenze siano aumentate anche se lo stesso non risulta dai redditi dichiarati. Dunque maggiori ricavi per oltre 1 milione di euro, reddito medio rilevato pari a 86 mila euro a fronte però dei circa 18 mila dichiarati.
Sono dieci nel complesso le verifiche già concluse e che hanno messo in evidenza l?occultamento di maggiori ricavi pari a oltre il 45% di quelli dichiarati. Ma non finisce qui perchè ci sono in corso alltre 44 verifiche il cui obiettivo principale è quello di rilevare il reale volume d?affari degli stabilimenti balneari, facendo emergere eventuali discordanze con quanto dichiarato al fisco.
L?indagine che sta impegnando i funzionari dell?Agenzia per tutta l?estate è partita da un'attività di intelligence basata sullo studio dei dati disponibili nei sistemi informatici interni, sulle informazioni acquisite dai comuni costieri interessati e sui parametri che permettono di identificare l'evasione - come i famigerati quanto spesso sbagliati 'studi di settore'. Sono così al vaglio alcuni dati come il numero di ombrelloni e delle cabine, oltre le attività accessorie agli stabilimenti come ristorazione e bar.
E nella batosta del fisco non sono mancate pesanti multe per la presenza di manodopera non in regola. Intanto il Sindacato italiano balneari (Sib) di Anzio e Nettuno, dopo il blitz anti-evasione, è sul piede di guerra ed invierà all' Agenzia delle Entrate un documento firmato da tutti i gestori delle spiagge delle due città, per chiedere che nelle valutazioni per il nuovo studio di settore si tenga conto di una serie dei parametri, che i balneari indicheranno nel testo. Come il fatto che il numero degli ombrelloni montati in spiaggia non corrisponde sempre a quelli prenotati o affittati. E' lo stesso sindacato a proteggere i gestori che rifiutano l'etichetta di 'evasori fiscali' e si chiedono in che modo, nel giro di pochi giorni, l'Agenzia delle entrate abbia affermato che sul litorale laziale l'evasione di settore sia al 50%.
"Agenzia delle entrate ed Ispettorato del lavoro negli ultimi giorni hanno monitorato tutti gli stabilimenti balneari - sottolinea Daniela Di Renzoni, rappresentante Sib di Anzio e Nettuno - ma si è tratto di accertamenti e tutti noi abbiamo un appuntamento individuale nei prossimi giorni per portare nei loro uffici la documentazione. Come fanno a parlare già di evasione? Mi sembra strano anche siano stati trovati dipendenti non in regola - prosegue - magari hanno trovato qualche figlio, figlia o parente corso a dare una mano in un momento di emergenza. Per loro anche un figlio che ti viene ad aiutare in un momento di punta è un dipendente non in regola e uno scontrino per un caffè non battuto in un momento di caos nel bar della spiaggia è un'evasione fiscale". E' questo in realtà il grande limite del fisco, un dato in realtà riscontrato da tutti i commercianti, quando la legge spesso si scontra con la vita quotidiana. Di certo è che - in questo momento di grave crisi economica italiana- lo Stato è sul piede di guerra per cercare di fare cassa, bastonando spesso il piccolo lavoratore visto che il grande evasore - quello vero - è una preda molto ma molto più difficile.